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FUORI dalla PaURA

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FUORI dalla PaURA

Uscire o non uscire? Iniziamo con l’uscire dalla paura.

Immagino già un coro di proteste: bisogna avere paura, altrimenti le persone abuseranno della libertà e la malattia galopperà. Il problema è che chi abuserà della libertà già non ha paura, e probabilmente non gliene verrà a meno di ammalarsi.

Le persone che hanno tanto paura, invece, probabilmente ne hanno troppa, cioè ne hanno più del necessario. Vi state chiedendo forse se non sia meglio averne troppa che troppo poca, e non so davvero cosa rispondere a questa domanda, peraltro c’è già chi risponde al posto mio. Io credo sia meglio averne la giusta quantità.

Cosa significa avere la giusta quantità di paura? Prendendola alla lontana, significa fare buon uso di un’emozione di base che ha proprio il fine di proteggerci dai pericoli. La paura innesta infatti una reazione di attacco o fuga, in alcuni casi anche di congelamento. Vedo un pericolo, reagisco scegliendo la risposta più adeguata. Sappiamo anche però che è importante l’entità del pericolo: non è che davanti a qualunque situazione rischiosa scatta la risposta istintiva di attacco e fuga, per fortuna. Se il pericolo è molto grande, in questo caso vi sarà una reazione comportamentale immediata. Ad esempio, sono in mezzo alla strada, sento il rumore di una macchina che sta arrivando a presumibile alta velocità, corro rapidamente sul marciapiede. Non ci penso, lo faccio. Davanti ad un pericolo imminente non attivo alcuna capacità di pensiero e scelta strategica, agisco la reazione immediata più opportuna.

Se il pericolo non è così grande, allora mi fermo a pensare su come meglio affrontarlo. Faccio una valutazione delle azioni possibili e scelgo quella migliore, grazie all’utilizzo di capacità cerebrali evolutivamente più recenti, piuttosto sofisticate, localizzate nella neocorteccia.

Cosa succede però se ad un pericolo moderato io reagisco con la medesima paura che proverei davanti ad un orso arrabbiato nei boschi? Provo una paura eccessiva, ed attivo le risposte istintive di attacco o fuga. Il problema è che in questo modo mi precludo la possibilità di mettere in atto strategie efficaci per affrontare quel pericolo, o rischio, moderato.

Perché? Perché una paura eccessiva, semplificando, fa sì che io passi oltre alle capacità di esaminare le circostanze e pianificare una strategia: in sostanza quando provo tanta ma tanta paura, non penso più. Agisco la paura in modo diretto, ed ahimè inadeguato.

Ed eccoci di ritorno alla nostra pandemia ed alla terribile paura che molti hanno, per cui sembra che l’unica possibilità sia chiudersi nel nido della propria casa e non uscirne se non per necessità stringenti, avendo tanta, ma tanta paura. Per molte persone questa paura è collegata all’aver raccolto molte informazioni incongruenti, che hanno fatto sì che si formasse un quadro della situazione non corrispondente alla realtà effettiva.

Perciò, se state vivendo una paura intensa di uscire di casa, credo che, per impopolare che sia questo consiglio, sia il momento di ridimensionare la paure ad andare a raccogliere un raggio di sole. Come? Raccogliendo buone informazioni. Le buone informazioni necessarie riguardano soprattutto modalità di contagio (consiglio questo articolo) ed efficacia e corretto uso dei dispositivi di protezione, ricordando che il primo ‘dispositivo di protezione’ è invisibile e si chiama distanza.

Nel momento in cui ci è chiaro come si può diffondere il virus (no, non viaggia nell’aria, a meno che qualcuno vi starnutisca violentemente davanti) e come utilizzare correttamente i dispositivi di sicurezza, avete tutte le informazioni per muoversi in sicurezza fuori di casa, che sia per fare la spesa, andare al lavoro, o fare una salutare passeggiata. Ci sono molte cose che non possiamo ancora fare, o cose che possiamo fare con grande cautela, ma nel momento in cui avete informazioni corrette, potete fare le scelte più opportune su come e quanto muovervi.

Uscire dalla paura, ora, è importante. Ci aspetta il compito di adattare la nostra quotidianità convivendo, per un periodo di tempo che potrebbe essere anche piuttosto lungo, con la necessità di proteggerci dalla diffusione del covid; possiamo farlo, ed abbiamo bisogno di tutta la nostra capacità di pensare lucidamente e valutare le situazioni che la vita quotidiana ci offre. Avere una paura eccessiva ci impedirà di fare questo, portandoci a pensieri ansiosi, e sentimenti sgradevoli ed opprimenti; portandoci, insomma, a vivere male, nel momento in cui abbiamo invece bisogno di fare buon uso delle nostre capacità di pensiero ed adattamento.

E se non ce la fate, chiedete una consulenza online. Ridimensionare le paure e riattivare la capacità di pensare in modo adeguato alla situazione è in effetti uno degli assi nella manica di noi psicologi.

Buona passeggiata, in sicurezza!


Dott.ssa Valentina Cozzutto
Psicologa Psicoterapeuta a Monza (MB)


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