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L’autostima sfuggente

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L’autostima sfuggente

‘Voglio migliorare la mia autostima!’ Cerchiamo questa autostima con metodo, o con passione. Ricorriamo a corsi, meditazione, yoga, palestra. Ci impegniamo per venire riconosciuti raggiungendo grandi traguardi lavorativi, esibendo una vita sociale riuscita, una casa perfettamente arredata.

L’autostima però è particolarmente viscida, sguscia via da tutte le parti.

Non per nulla parliamo di auto-stima: una caratteristica che deve partire da noi, dal centro di quello che siamo, che guarda a se stesso e dice ‘sono ok’, come amiamo dire in Analisi Transazionale; ovvero, vado bene così come sono.

Non è il riconoscimento degli altri che mi farà sentire ok.

Quello, potenzialmente, potrebbe non bastare mai. Pensare che l’approvazione degli altri mi farà sentire bene, equivale al chiudersi in una bella trappola. Le sbarre luccicanti inizialmente ci faranno sentire al sicuro, ma dopo un po’ emergerà la loro vera natura. Una prigione delimita in modo molto chiaro le nostre aree di libertà, che in questo caso saranno delimitate dal raggio dell’approvazione altrui. Tuttavia, non appena vorremo, o sentiremo il bisogno, di fare qualcosa che non ottiene, o potrebbe non ottenere, l’approvazione, ci bloccheremo.

Corsi di meditazione, teatro, affettività si concentrano su di noi e sulle nostre risorse, e ci saranno maggiormente d’aiuto, ma difficilmente saranno sufficienti a porre le basi per una solida autostima.

Allora di cosa abbiamo bisogno per sentirci bene con noi stessi, per sentirci adeguati?

L’approvazione altrui gioca sì un ruolo, ma non nella vita di un adulto, bensì in quella di un bambino piccolo, che ha modo di sviluppare amore ed approvazione per se stesso, nel momento in cui la ritrova nello sguardo di chi si prende cura di lui. Se divengo un adulto con poca autostima, che non riesce, o fatica, a guardare a se stesso con approvazione ed incoraggiamento, quello che ho bisogno di imparare a fare davvero è prendermi cura di me ed iniziare a darmi l’approvazione, l’incoraggiamento, l’affetto che, per qualche motivo, mi è mancato.

Attenzione, non sto dicendo che, se ho poca autostima, significa che i miei genitori non mi hanno amato. Fortunatamente i casi di genitori davvero incapaci di amare i figli sono rari (e gravissimi). Piuttosto, ricordiamo che due genitori sono due essere umani, che spesso arrivano ad avere un figlio portandosi dietro ferite, storie familiari importanti e forse ingombranti, carenze, e quant’altro.

Imparare ad amarmi, a riconoscermi degno di amore e rispetto così come sono, comporta una profonda revisione delle idee di base che ho su me stesso. Se può essere più semplice individuarle, molto più complesso è modificarle. Per questo un percorso introspettivo, per quanto valido e certamente di aiuto, potrebbe non portarmi all’obiettivo di una sufficiente autostima, se ho fatto mie idee su me stesso che sottostanno, ad esempio, alla convinzione di non valere abbastanza, di non essere degno d’amore, o di esserlo ‘solo se’…(ho successo sul lavoro, sono simpatico, sono forte, ecc).

Questo è il motivo per cui uno psicologo potrà lavorare a più livelli per aiutare un adulto a costruire una buona autostima. Lavorerà con l’Adulto (vedi gli Stati dell’Io), per aiutarlo a sintonizzarsi su effettivi punti di forza e capacità. Lavorerà con il Bambino, per aiutarlo a chiedere a se stesso l’approvazione e l’affetto che merita, per mobilitare le sue energie e renderle disponibili per l’utilizzo in progetti in cui crede; lavorerà con il Genitore, per aiutarlo a fornire l’appoggio e l’approvazione, e per arginare la critica interna, laddove presente.

E’ incredibile come, quando noi diveniamo più sicuri di noi stessi, perché crediamo in noi, possano esserci dei cambiamenti negli altri. In realtà tuttavia siamo noi ad essere cambiati, nel nostro modo di comportarci, di fare scelte, di relazionarci e comunicare i nostri desideri e le nostre decisioni. Le persone attorno a noi, in genere, tenderanno a riconoscerlo e ad ‘accomodarsi’ rispetto al nostro cambiamento. Non tutti, sia chiaro; una persona con una tendenza alla critica molto salda e l’abitudine a denigrare costantemente, potrebbe continuare a farlo. Avremo tuttavia la capacità di riconoscere questo tipo di atteggiamento, ed avendo imparato a supportarci, saremo in grado di porre delle barriere.

Ecco perché parlare di autostima è così complesso. E per la cronaca, ci sono molte altre cose che non ho scritto qui, che potremmo dire al riguardo. Val sempre la pena ripetere che meritiamo di passare ogni giorno della nostra vita sentendoci soddisfatto di ciò che vediamo in noi stessi; non solo quando va tutto bene, o otteniamo buoni risultati, ma anche nei momenti difficili, quando poterci dire ‘ho fatto del mio meglio’ segna la differenza sia nel modo in cui superiamo il periodo difficile, sia nella possibilità di apprendere in modo costruttivo dai nostri eventuali errori.


Dott.ssa Valentina Cozzutto
Psicologa Psicoterapeuta a Monza (MB)


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