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Voglio che mio figlio si voglia bene

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Voglio che mio figlio si voglia bene

C’è qualche genitore che non lo vuole? In realtà, qualcuno c’è. Ad esempio, quei genitori che pensano che se il figlio si coccola troppo, non combinerà niente nella vita. Oppure i genitori schiettamente maltrattanti (mi riferisco a gente che non dà da mangiare, picchia, non cura i figli malati, insomma a situazioni davvero limite). Immagino che sia poco probabile qualcuno in queste due macro categorie capiti qui a leggere.

Io sono una madre, e questa è una delle cose che desidero di più per le mie figlie: che vogliano bene a se stesse, insomma che abbiano una buona autostima. Sono anche un genitore con forte tendenza all’autocritica (denotante bassa autostima? Dipende), e leggo testi di educazione o puericultura. Uno dei libri che ho sentito più spesso nominare è ‘Amarli senza sé e senza ma, di Alfie Kohn.

Il libro è una lettura difficile a tutti i livelli, esprimendo concetti difficilissimi da digerire nella cultura educativa prevalente. Infatti leggo qualche capitolo, lo metto da parte, poi lo riprendo.

Quello che mi interessa ora è proprio il modo in cui collega l’amore incondizionato all’autostima.

Cos’è l’amore incondizionato? E’ quell’amore che il genitore dà al figlio qualunque cosa faccia. Quando mi ascolta e mi dà la mano, e quando scappa per strada facendomi venire i capelli bianchi. Quello che c’è sempre, in ogni momento, le cui basi getto con lo sguardo pieno di sentimento con cui guardo il mio bambino. Con un neonatino è facile, con una furia scatenata nei terribili due può essere più provante, ma la natura ci aiuta dandoci un sacco di tempo per amare come pazzi quel neonatino inerme, che col primo sorriso ti fa colare il cervello in una pozza di gioia.

E l’autostima che cos’è? Dovrebbe essere la capacità di volersi bene ed accettarsi qualunque cosa accada – anche quando fallisco, anche quando mi separo, per esempio. Non la capacità di essere felice di me quando ottengo un successo, la capacità di essere felice di me sempre, anche quando non sono contenta del mio risultato.

Ecco, una cosa è volermi bene, un’altra volermi bene quando sono stata brava.

Da chi apprendiamo tutto ciò? E che ve lo dico a fare.

Il punto è questo: se mi sono sentita amata qualunque cosa facessi, saprò amarmi qualunque momento della mia vita io attraversi.

Se mi sono sentita amata solo se facevo questo o quello (ero brava o buona, avevo un buon risultato a scuola, eccetera) imparo ad amarmi solo quando qualcuno mi dice o dimostra che sono brava o buona, o quando ottengo un successo (amore condizionato). Se nessuno mi dimostra che sono brava o non ho successo, non riesco ad amarmi.*

Per le conclusioni, lascio ai genitori interessati la lettura del libro (anche perché come educatrice faccio acqua, anzi, fiumi); da psicoterapeuta, invito a riflettere su cosa significhi davvero avere autostima.

-Alfie Kohn, Amarli senza sé e senza ma, Il Leone Verde – Bambino Naturale ed.

*In Analisi Transazionale, possiamo dire che l’amore incondizionato è quello che ci fa rimanere in contatto con il Bambino Naturale, la parte di noi più autenticamente a contatto con desideri, emozioni, aspirazioni. Un bambino che riceva amore soprattutto quando fa qualcosa, si adatta, e lo fa perché un bambino vive di cibo e amore. Questo non accade ovviamente perché il genitore non lo ama se non fa questo o quell’altro, ma perché inconsapevolmente, o con buon intento (insegno a mio figlio i veri valori / gli obiettivi importanti) dimostra il suo amore approvando certe azioni e non altre.  Nella testa di un bimbo, l’approvazione di un’azione è letta come: se faccio x mamma mi vuole bene, perciò se non lo faccio non me ne vuole.

Il bambino si può adattare adeguandosi, ma anche ribellandosi (la ribellione è comunque un modo per avere attenzioni), ma in ogni caso non è libero di essere se stesso.


Dott.ssa Valentina Cozzutto
Psicologa Psicoterapeuta a Monza (MB)


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